Nelle pubblicazioni del Laboratorio degli Annali, cartacei e digitali, sono presenti:
Al-Idrisi. Geografo arabo, nato nel 1099 circa e morto nel 1164 circa. Dopo aver viaggiato lungo in molti paesi del Mediterraneo, su invito del re normanno Ruggero II si stabilì intorno al 1145 a Palermo, dove si dedicò alla costruzione di un gran planisfero d'argento e alla redazione dell'opera geografica Nuzhat al-mushtāq, famosa tra gli arabi anche col nome Kitāb Rugiār (Libro di Ruggero). Concluse questo lavoro nel 1154, e se per certe regioni africane e asiatiche si limitò a riprendere elementi tolemaici, per altre regioni propose elementi conoscitivi del tutto originali, anche su paesi che in quell’epoca risultavano inesplorati, come le regioni baltiche. Egli stesso curò due altre redazioni dell’opera, una perduta, l'altra abbreviata e intesa soprattutto a illustrare gli itinerari. Il Libro di Ruggero ebbe grande notorietà presso i geografi arabi. Ad esso attinsero infatti Abulfeda e altri. In Europa il Nuzhat al-mushtāq fu conosciuto diversi secoli dopo, nel compendio stampato a Roma nel 1592, pubblicato in latino a Parigi nel 1619.
Felia Allum. Laureata all'Università di New Castle, nel Regno Unito, ha conseguito il dottorato di ricerca all'Università di Brunel nel 2000, con uno studio sulla camorra di Napoli. È docente di storia e politica italiane all'Università di Bath.
Enrico Calandra. Nato a Caltanissetta il 10 Luglio 1877, si laurea nel 1901 a Palermo in Ingegneria. Allievo di Ernesto Basile e Antonio Zanca, verrà chiamato da quest’ultimo a Messina, nel 1907, alla cattedra di Disegno d’ornato e architettura elementare, che ricoprirà inizialmente nel ruolo di assistente. Nel 1930 si trasferirà a Roma, su invito di Gustavo Giovannoni, per ricoprire l’incarico di docente della nuova disciplina di Caratteri degli edifici, presso la Scuola Superiore di Architettura. Pochi i suoi scritti editi, ma grandissima la sua influenza sulla formazione degli allievi, testimoniata da una fitta corrispondenza oltre che dai contributi resi dagli stessi, con esplicito riferimento al maestro. Il gruppo dei suoi allievi siciliani (C. Autore, F. Basile, S. Bottari, E. Caracciolo, S. Cardella, G. Di Stefano, L. Epifanio, V. Lanza, G. Samona, G. Spatrisano), eterogeneo per formazione, inclinazioni ed età, costituirà di fatto una vera e propria «scuola».La Breve storia dell’architettura in Sicilia, pubblicata nel 1938, è la sua opera più nota. I suoi interessi prevalentemente rivolti all'architettura medievale di età normanna, si concentrano in particolare sulle complesse vicende costruttive della cattedrale di Palermo, il cui studio per il Duomo offamiliano di Palermo rimarrà inedito a causa della guerra. Muore prematuramente a Roma nel 1946 lasciando molti scritti incompiuti, o inediti, quelli già conclusi, che saranno in larga parte pubblicati postumi.
Franco Cardini, storico, docente e scrittore. È stato professore ordinario presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (Sum), direttore di ricerca all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Nel 1989 ha ottenuto la cattedra di Storia medievale all’Università di Firenze. È stato docente alla Pontificia Università Lateranense, Citta del Vaticano. Ha esercitato attività di docenza presso numerose università estere, ad Alcalà de Henares (Spagna), a Berlino, ad Harvard, a Gottingen, a San Marino. È stato membro della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO; membro del Consiglio d’Amministrazione della Rai; membro del Comitato FAO presso il Ministero delle Politiche Agricole; presidente del CISA (Comitato Italiano di Solidarieta con l’Afghanistan). È membro del comitato scientifico di numerose riviste, tra cui: «Archivio storico Italiano», «Nuova rivista storica», «Storia e dossier» e «Letteratura italiana antica». Ha firmato numerosi saggi storici, incentrati soprattutto sul mondo medievale.
Nicola Cipolla. Dopo la caduta del fascismo aderisce al PSI ed è tra i fondatori del «Fronte del lavoro». Nel 1944 riapre la Camera del Lavoro di Palermo assieme al segretario generale Cesare Sessa. Nel 1947 viene eletto segretario responsabile della Federterra. È protagonista delle lotte contadine del 1949-'50 nel Corleonese con Pio La Torre. È deputato della II, III e IV Legislatura dell'Assemblea regionale siciliana (1951-1963). Alle elezioni politiche del 1963 è eletto al Senato per il PCI nel collegio di Sciacca, dove viene confermato anche alle elezioni politiche del 1968, mentre alle elezioni politiche del 1972 è eletto nel collegio di Ragusa. È rappresentante italiano al Parlamento europeo dal 26 ottobre 1972 al 4 luglio 1976. Nel 1981 fonda il Centro Studi di Politica Economica in Sicilia. È autore del libro Diario di un socialcomunista siciliano, Roma, Editori Riuniti University Press, 2014.
Napoleone Colajanni. Uomo politico italiano (Enna 1847 – ivi 1921). Nel 1862 si arruolò con i garibaldini, con i quali raggiunse l’Aspromonte, dove fu fatto prigioniero. Nel 1866, entrato nei ranghi dei carabinieri genovesi, prese parte alla battaglia di Bezzecca. Nel 1869 fu arrestato a Napoli per aver preso parte a una cospirazione repubblicana. Nel 1871, dopo aver conseguito la laurea in Medicina, emigrò nell’America del Sud, ma tornò presto in Italia, per dedicarsi all’attività sociologica e politica. Eletto deputato repubblicano nel 1890, due anni dopo, con la sua denuncia in Parlamento, sollevò lo scandalo della Banca Romana. Fu docente di Statistica all’Università di Palermo e fondò la «Rivista popolare». Combatté con vigore la tesi, di ispirazione lombrosiana, dell’inferiorità razziale delle popolazioni dell’Italia meridionale. Pubblicò numerosi scritti, tra cui: La repubblica e le guerre civili (1882); Il Socialismo (1884); La sociologia criminale (1889); Banche e parlamento (1893); In Sicilia: gli avvenimenti e le cause (1894); L’Italia nel 1898: tumulti e reazione (1898); Nel regno della mafia (1900); Manuale di statistica tecnica e di demografia (1904); È necessaria la pena di morte per la difesa sociale? (1910).
Deborah Cvikel è ricercatrice presso l’Istituto Leon Recanati per gli studi marittimi e docente presso il Dipartimento delle civiltà marittime, entrambi all’Università di Haifa, in Israele. Ha pubblicato numerosi saggi scientifici in riviste internazionali. Con Yaacov Kahanov e Vardit Shotten-Hallel, con cui collabora, ha pubblicato sul «The Mariner’s Mirror» A graffito of a nineteenth-century armed ship from Akko, Israel (marzo 2013). felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.
Giancarlo De Carlo. Nel 1943 si laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano. Ufficiale di marina durante il secondo conflitto, dopo l’8 settembre si unisce alla Resistenza. Nel 1948 riprende gli studi all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove si laurea nel 1949. Nel 1955 comincia a insegnare nello stesso Istituto dove rimarrà fino al 1983. In questa sede entra in contatto e si confronta con altri nomi autorevoli dell’architettura e dell’urbanistica: da Giuseppe Samonà a Carlo Scarpa, da Paolo Portoghesi a Bruno Zevi. Nel 1964 redige il primo Piano Regolatore Generale della città di Urbino e dall’anno successivo, su invito di Carlo Bo, progetta il campus e le strutture dell’università urbinate. Sono le realizzazioni che gli procurano i maggiori riconoscimenti in campo internazionale. Dal 1965 al 1981 dirige la Collana «Struttura e Forma Urbana» per Il Saggiatore. Nel 1976 fonda il Laboratorio Internazionale di Architettura, ILAU&D. È autore di numerosi libri, tra cui: Questioni di architettura e urbanistica (Argalia, Urbino 1965); La piramide rovesciata (De Donato, Bari 1968); L’architettura della partecipazione (Il Saggiatore, Milano 1973); Gli spiriti dell’architettura (Editori Riuniti, Roma 1992)
Giuseppe De Felice Giuffrida. Uomo politico italiano (Catania 1859 - ivi 1920). Socialista, deputato dal 1892, si distinse nel giornalismo e fu tra i principali organizzatori dei Fasci dei lavoratori in Sicilia: fu perciò arrestato e condannato all'epoca dei moti del 1894. Amnistiato, sedette alla Camera dalla XVIII alla XXV legislatura. A Catania promosse attività economiche e tentativi di larghe municipalizzazioni di servizî pubblici. Fu autore di numerosi saggi, tra cui: La voce d'uno scamiciato: versi, Catania, Tipografia di F. Martinez, 18; Popolazione e Socialismo, Palermo, Biondo, 1896; Maffia e delinquenza in Sicilia. Milano, Società editrice lombarda, 1900; La questione sociale in Sicilia. Roma, 1901; Le aberrazioni dei separatisti, in «Corriere di Catania», 25 settembre 1902.
Jacques de Saint Victor. Storico del diritto e del pensiero politico. È membro del comitato della «Revue des Deux Mondes» e redattore capo della rivista «Cités».
Pietro Finelli. Già direttore scientifico della Domus Mazziniana di Pisa, è attualmente responsabile della didattica dell'Istituto di Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Lucca.
Leopoldo Franchetti. Nacque a Firenze nel 1847. Esponente del conservatorismo illuminato, nel 1875 fu autore di uno studio Sulle condizioni economiche ed amministrative delle province napoletane. Con Sidney Sonnino fu autore dell'inchiesta sulle condizioni della Sicilia che, dopo un lungo soggiorno nell'isola nel 1876, venne pubblicata nell’anno successivo, in opposizione a quella ufficiale del Parlamento, firmata da Romualdo Bonfadini. L'esito, nell'alveo degli studi sociologici del positivismo, fu soprattutto un'analisi molto accurata del fenomeno mafioso. Dal 1878 al 1882 l’aristocratico fiorentino diresse con Sonnino la «Rassegna setti-manale», con lo scopo di diffondere, in Italia e oltre, i temi della questione meridionale. Fu eletto alla Camera nel 1882, e vi rimase dalla quindicesima alla ventiduesima legislatura, quale deputato di Perugia e Città di Castello. Nel 1909 fu nominato senatore del regno. Morì a Roma nel 1917. Nell’inchiesta del 1876 Franchetti rappresentò la mafia come industria del delitto, espressione di un ceto medio restio a riconoscere il monopolio della forza esercitato dallo Stato.
Gianluca Fulvetti. È ricercatore presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.
Jean Guilaine, storico e paletnologo francese. È uno dei massimi studiosi della protostoria. È professore emerito al College de France e membro dell’Academy of Inscriptions and belles-lettres. Da direttore di ricerca al CNRS e direttore degli studi presso l’EHESS, dopo aver condotto un ampio programma multidisciplinare nei Pirenei, fonda nel 1978 a Tolosa, con l’antropologo Daniel Fabre, il Centro per antropologia delle società rurali (in seguito Centro per antropologia). Specialista delle prime società contadine, promuove gli studi paleo-ambientali e dà vita all’Archeo-logia agraria. Nel 1994 pubblica Mediterraneo: il mare condiviso Il Mediterraneo prima della scrittura. 7000-2000 a.C. Contestualmente si occupa di temi più teorici: il mutamento culturale, la violenza preistorica, la genesi del guerriero, il megalitismo e l’ipogeismo, la crescente disuguaglianza sociale, l’iconografia del Neolitico, i ritmi della protostoria mediterranea, le reti di circolazione in Gallia e nel Mediterraneo durante la prima età del ferro. Ha fondato a Tolosa gli «Archives of Prehistoric Ecology». Dal 1994 al 2007 ha ricoperto al Collège de France la cattedra di Civiltà dell’Europa nel Neolitico e nell’età del bronzo. È autore di centinaia di saggi scientifici.
Jean Houel. Nato nel 1735 a Rouen, nel 1755 si trasferì a Parigi, dove praticò la tecnica dell’incisione, specializzandosi in paesaggi, attirato in particolare dall’arte dei fiamminghi. Entrò in contatto con due collezionisti d’arte molto influenti in Francia, il marchese di Marigny e il cavaliere d’Havrincourt, che agevolarono la sua carriera artistica. Egli stabilì inoltre rapporti con il conte di Caylus, artista e archeologo, e con il pittore veneziano Francesco Casanova, fratello di Giacomo. Nel 1768, con l’interessamento di Marigny, ottenne una licenza d’ammissione all’Accademia di Francia a Roma, dove poté recarsi nel 1769. In compagnia del d’Havrincourt, raggiunse poi Napoli e soggiornò appunto in Sicilia. Nel 1772 rientrò a Parigi, dove, all’apice ormai della maturità artistica, cominciò a frequentare, attraverso il salotto di Marie-Thérèse Rodet, conosciuta come Madame Geoffrin, gli enciclopedisti Diderot e d'Alembert, oltre che il ginevrino Jean-Jacques Rousseau, con cui strinse amicizia. Nel 1775 espose con successo al Salon una serie di vedute siciliane, meditando già un nuovo viaggio nell’isola. A tal fine ottenne una gratifica dal governo, che gli consentì di ritornare nell'isola, dove realizzò tra l’altro le 264 tempere con cui poté comporre il telaio iconografico del Voyage pittoresque. Morì a Parigi nel 1813.
Ettore Janulardo. Storico dell’arte, si è formato e specializzato in varie università in Italia e in Francia. Ha insegnato in Italia e all’estero, in ambito universitario in Polonia e in Francia.
Emanuele Kanceff. Laureato in Lingua e letteratura francese con pieni voti e dignità di stampa, dagli anni Sessanta ha diretto équipes di ricerca CNR sul tema del viaggio. Dal 1971 al 2007 ha insegnato la Storia della civiltà francese all’Università di Torino e dal novembre 1997 la Metodologia della ricerca letteraria e la Cultura del viaggio.
Luca Lo Basso è docente di Storia navale all’Università di Genova. Laureato in Storia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova. Nel 2011 è stato nominato vicedirettore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea (Dismec). È autore di numerose pubblicazioni scientifiche sulla storia marittima e navale.
Emanuele Macaluso. Nato a Caltanissetta nel 1924, ha aderito al Partito comunista italiano nel 1941. In Sicilia, dal 1947 al 1956 è stato segretario regionale della Cgil e, a due riprese, dal 1956 al 1962 e dal 1967 al 1972, segretario regionale del Pci. È stato deputato all’Assemblea regionale siciliana, deputato al Parlamento, infine senatore della Repubblica. È stato membro della segreteria del Pci negli anni di Palmiro Togliatti, Luigi Longo ed Enrico Berlinguer. Ha diretto il quotidiano «l’Unità» dal 1982 al 1986. Ha scritto numerosi libri, tra cui: I comunisti e la Sicilia, Roma, Editori Riuniti, 1970; Togliatti e i suoi eredi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1988; Giulio Andreotti tra Stato e mafia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1985; Da cosa non nasce cosa, con Paolo Franchi, Milano, Rizzoli, 1997; Mafia senza identità, Venezia, Marsilio, 1999; 50 anni nel Pci, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003; Al capolinea. Controstoria del Partito Democratico, Milano, Feltrinelli, 2007; Politicamente scorretto. La sinistra dalla Bolognina a oggi nel racconto controcorrente di un protagonista, con Peppino Caldarola, Roma 2012; Comunisti e riformisti, Milano, Feltrinelli, 2013.
Stefano Medas, storico della navigazione e archeologo. Si è laureato in Storia antica presso l’Università di Bologna, con una tesi in Archeologia fenicio-punica. Ha conseguito il diploma di Dottorato di ricerca presso l’Universitat de les Illes Balears, Palma de Mallorca, Spagna.
Claudio Mocchegiani Carpano. Archeologo esperto di topografia antica, ha svolto negli anni numerosi incarichi nell’ambito della Soprintendenza Archeologica di Roma, dove ha diretto, tra l’altro, gli scavi dei collettori ipogei del Colosseo, le ricerche del Palatino sotterraneo e ha condotto gli scavi del grande complesso portuale romano sul Tevere, presso Testaccio.
Marc Monnier. Scrittore francese, nato a Napoli il 7 dicembre 1829, morto a Ginevra il 18 aprile 1885. Visse a Ginevra, dove insegnò letterature straniere all'università, di cui in seguito divenne anche rettore. Molti dei suoi primi lavori rivestirono un carattere d'attualità e concorsero a migliorare la conoscenza europea delle condizioni sociali e storiche dell'Italia. Oltre ai numerosi articoli comparsi nella Revue des Deux Mondes e nella Bibliothèque Universelle di Ginevra (sulla letteratura popolare, sulla politica contemporanea, su Manzoni, Carducci, De Sanctis, ecc.), ebbero eco: L'Italie est-elle la terre des morts? (1859), Garibaldi: histoire de la conquête des Deux-Siciles (1861), Histoire du brigandage dans l'Italie méridionale (1862), Un aventurier ital. du siècle dernier: le comte J. Gorani (1884). Scrisse diverse opere di critica letteraria, tra cui: Genève et ses poètes (1873; Histoire de la littérature moderne: Renaissance e Réforme (voll. 2, 1884-85). Si dedicò inoltre alla narrativa e al teatro, firmando tra l'altro le seguenti opere: Nouvelles napolitaines, 1879; Le charmeur, 1882; Le roman de Gaston Renaud, 1884; Après le divorce, 1885; Faust: tragédie des marionnettes sur les derniers événements, 1871; Les comédies des marionnettes, 1853; Théâtre des marionnettes, 1871.
Gaetano Mosca. Giurista e storico delle dottrine politiche, nacque a Palermo nel1858 e morì a Roma nel 1941. Dal 1896 fu docente nell'università di Torino, poi nell'Università Bocconi di Milano, infine, dal 1923 al 1933 nell'università di Roma. Fu deputato al parlamento nel 1908, sottosegretario di Stato per le Colonie nel 1914 e senatore del regno dal 1919. Già nell'opera giovanile Teorica dei governi e governo parlamentare, pubblicata nel 1884, formulò la sua teoria della ”classe politica”. Contro l'individualismo liberale, egli riteneva il dogma della non ingerenza dello Stato nei problemi economici e sociali assurdo e contraddittorio. Riteneva inoltre necessario un cambiamento di tutta la classe politica sulla base del merito personale e della capacità tecnica. Nel corso del decennio successivo cambiò tuttavia la sua posizione: da critico del sistema parlamentare, egli ne divenne difensore. Nel 1896 diede alle stampe Elementi di scienza politica, in cui sosteneva che, nelle condizioni del momento, la soppressione delle assemblee rappresentative sarebbe stata seguita da un regime assoluto. Tale convinzione si rafforzò nel momento più grave della crisi del sistema parlamentare.Nel 1925 pubblicò Stato liberale e Stato sindacale e il problema sindacale, in cui individuava la maggior minaccia per lo Stato liberale e l’egemonia della classe media nell'avvento di un ordinamento sindacalista.
Patrice Pomey, archeologo, storico della navigazione antica e docente francese. Già direttore del Cnrs, è stato docente all’Università di Aix en Provence membro del-l’Accademia de Belle Lettres di Francia, direttore decennale del DRASSM francese, fondatore e direttore per anni del Centro d’Archéologie Navale Camille Julan de l’Université di Aix en Provence. È membro del comitato scientifico di «Archeonautica», «Mariner’s Mirror», «Archeologia Marittima Mediterranea». È referente per i processi di Blind Review in decine di riviste tra cui «Journal of Mediterranean Archaeology» e «International Journal of Nautical Archaeology». Fondatore e direttore per anni del Centre d’Archéologie Navale Camille Jullian de l’Université di Aix en Provence. Responsabile culturale, per l’archeologia, di Marsiglia Capitale della Cultura Europea e direttore scientifico delle spedizioni del governo sulle barche pre-dinastiche egizie. È presidente del comitato scientifico dell’Internatio-nal Symposium on Boats and Ships Archaeology di Marsiglia 2018. È stato il direttore scientifico della costruzione della replica navigante de Le Gyptis (nave cucita del VII secolo a.C.). Ha firmato oltre 200 pubblicazioni scientifiche e alcuni manuali di archeologia subacquea e archeologia navale, tra i più stimati in tutti i continenti.
Renato Gianni Ridella, laureato in Storia presso l’Università di Genova. Attualmente collabora, come ricercatore esterno, con la sezione genovese dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Eric Rieth è direttore di ricerca emerito del CNRS, Centre national de la recherche scientifique di Francia. È specialista in archeologia nautica medievale e docente all’Università Sorbona di Parigi, presso il Laboratoire de médiévistique occidentale, dove il suo impegno scientifico si concentra soprattutto sulla storia navale del Medioevo nei contesti marittimi e fluviali, da una varietà di punti di vista: tecnico, ambientale, economico e culturale. È responsabile del Dipartimento di archeologia navale presso il Musée national de la Marine di Parigi. È autore di centinaia di articoli scientifici, pubblicati in riviste internazionali, e di numerose opere monografiche, tra cui: Navigation et milieu fluvial au 11e siècle, con Jean Chapelot (1995); La france maritime au temps de louis XIV, con Michel Verge-Franceschi (2001); L’archéologie navale, con Patrice Pomey (2005); La marine à voile de Louis XIII à Napoléon III (2009); Tous le bateaux du monde (2010); Voiliers et piro-gues du monde au début du XIXe siècle (2012); Navires et construction navale au moyen age (2017). Ha curato numerose opere collettanee, tra cui, nel 2001, con Christiane Villain-Gandossi, Pour une histoire du fait maritime. Sources et champe de recherche.
Carlo Ruta, storico delle civilizzazioni e dei mutamenti globali, ha indagato sui mondi liquidi e le loro connessioni con le culture materiali, le progressioni tecnico-scientifiche e i percorsi plurali della razionalità. Si è laureato in Filosofia all’Università di Messina poi in Teorie della conoscenza e della comunicazione all’Università di Urbino. È autore di centinaia di saggi storici. Ha condotto studi sulle città sovrane della terra di Canaan, sul ruolo di Cartagine nella strutturazione economica e politica dell’Occidente mediterraneo, sulla lunga età del legno e le connessioni di questa “materia debole” con i percorsi della razionalità. Tiene lezioni e seminari didattici all’Università degli Studi di Milano. Collabora con lezioni e seminari con l’Università di Catania. Ha tenuto lezioni all’Università di Palermo, all’Università di Genova, all’Università di Siena e in altri atenei. Ha tenuto conferenze e lezioni in numerosi musei italiani, al Consiglio Nazionale delle Ricerche e in altre istituzioni scientifiche e culturali. Ha diretto riviste bibliografiche e portali telematici di storia. È l’ispiratore del progetto storiografico Storia dei Mediterranei. È direttore scientifico degli Annali di storia dei mutamenti globali e del Laboratorio degli Annali di storia. Ha istituito un archivio storico, di documentazione sul Novecento. Ha svolto lavori di consulenza storico-sociologica per l’Organizzazione Libera. Ha collaborato con la Fondazione Libera Informazione di Roma e con altre istituzioni. Ha collaborato, con testi storici e lavori di analisi sociale, con il quotidiano «il manifesto», la rivista «Left Avvenimenti», con «Narcomafie» e, da consulente scientifico, con la collana «RX Visti da vicino» di Castelvecchi di Roma. Per giornali e riviste si occupa di storia e di analisi della contemporaneità.
Fernando Villada Paredes. Se formó en la Universidad de Granada en la que se licenció en Geografía e Historia. Actualmente es funcionario de la Ciudad Autónoma de Ceuta, institución en la que ha ocupado diversos puestos de trabajo siempre relacionados con el ámbito de la gestión del patrimonio cultural. Así, ha sido responsable del Servicio de Museo de Ceuta entre 1994 y 2001 y desde ese año desempeña el puesto de arqueólogo territorial. A lo largo de su trayectoria profesional ha dirigido más de un centenar de excavaciones y prospecciones arqueológicas tanto en Ceuta como en Andalucía y ha formado parte del equipo técnico de diversos proyectos internacionales siendo los más recientes los llevados a cabo en Pompeya (Italia) en relación con las industrias conserveras de época romana, en el norte de Marruecos donde participa en la realización de la Carta Arqueológica de la región Tetuán-Tánger y en Portugal, «Huellas de la Ceuta islámica en Portugal». Autor de más de un centenar de artículos (publicados en España, Portugal, Francia, Italia y Bélgica) y de una decena de libros.
Pasquale Villari. Nacque a Napoli nel 1826 e morì a Firenze nel 1917. Dopo aver partecipato al moto napoletano del 1848, fu esule a Firenze. Nel 1859 insegnò storia all'università di Pisa e dal 1865 al 1913 fu docente all'Istituto di studi superiori di Firenze. Fu deputato dal 1870 al 1876 e dal 1880 al 1882. Dal 1884 fu senatore. Nel biennio 1891-92 fu ministro della Pubblica istruzione. Si dedicò intensamente alla ricerca storiografica. Tra il 1859 al 1861 diede alle stampe, in due volumi la Storia di Girolamo Savonarola e de' suoi tempi. Tra il 1877 e il 1882 pubblicò, in tre volumi, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi. Nel biennio 1893-94 diede alle stampe, in due volumi, I primi due secoli della storia di Firenze, cui seguirono, nel 1900, Le invasioni barbariche in Italia e, nel 1910, L’Italia da Carlo Magno alla morte di Arrigo VII. Fu anche uno dei più autorevoli studiosi della questione meridionale, cui dedicò due opere: Lettere meridionali, del 1878, e Scritti sulla questione sociale in Italia, del 1902. Si dedicò inoltre agli studi filosofici, che raccolse in Arte, storia e filosofia, del 1884, e in Scritti vari, del 1894. Fu uno degli iniziatori del positivismo italiano.
Jessie White. (Portsmouth nel 1832 – Firenze 1906). Nacque da una famiglia inglese di ricchi armatori. Dopo aver conosciuto Giuseppe Garibaldi, a Nizza nel 1855, e Giuseppe Mazzini, a Londra, aderì alle dottrine risorgimentali italiane e le divulgò in Inghilterra. Partecipò al moto mazziniano del 1857 a Genova. Poco dopo sposò lo scrittore e politico Alberto Mario. Seguì Garibaldi nella campagna del 1867 e in quella francese del 1870. Fu corrispondente in Italia del «London Daily News» e collaborò con altri giornali. Diede alle stampe una serie di opere, tra cui: La schiavitù e la guerra civile negli Stati Uniti d’America, Milano 1864; I garibaldini in Francia, Roma 1871; La miseria in Napoli, Firenze 1877; Vita di Giuseppe Garibaldi, Milano 1882; Della vita di Giuseppe Mazzini, Milano 1886; Agostino Bertani e i suoi tempi, voll. 2, Firenze 1886; In memoria di Giovanni Nicotera, Firenze 1894; Il sistema penitenziario e il domicilio coatto in Italia, Roma 1897; The birth of modern Italy, Londra 1909.